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Martin Mystère, da Quetzalcoatl a Castelletto

“Quetzalcoatl”, la prossima storia di Martin Mystère, uno dei personaggi della Bonelli più longevi e di successo, che sarà in edicola per due mesi a partire dall’11 febbraio ha una paternità tutta genovese. L’autore del soggetto e della sceneggiatura è infatti Sergio Badino, talentuoso scrittore di Castelletto già da anni affermato collaboratore del principale editore di fumetti italiano. L’uscita del nuovo albo di Martin Mystère sarà accompagnata da un’altra uscita, in questo caso di una ristampa di Dylan Dog “Banco dei pegni” tutto a colori, abbinata alla Gazzetta dello Sport che ha sempre la paternità di Badino.

 

Partiamo dall’inizio. Sergio Badino come diventa e come si afferma come autore della Bonelli?

 

Ciao Giovanni e grazie a te e a Genova Quotidiana. Ho cominciato a collaborare con la Bonelli dopo otto anni da sceneggiatore per la Disney italiana più un paio di collaborazioni a serie animate per la tv. Nel 2008 mi proposi in primis ad Alfredo Castelli, ideatore e curatore di Martin Mystère, autore che già conoscevo personalmente e che ho sempre stimato, inviando due soggetti del Detective dell’Impossibile. Il primo divenne la mia prima storia di MM pubblicata, “Protocollo Leviathan” (2013); di recente ho ripreso il secondo soggetto, inizialmente scartato, ma con alla base uno spunto giudicato buono, dato che non si butta via niente. Da lì poi sono andato avanti cercando di proporre storie che a me per primo sarebbe piaciuto leggere, puntando sempre sulla qualità.

 

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Quante storie hai scritto ad oggi?

 

Tante… un centinaio solo per la Disney, più quelle per Bonelli, più i romanzi e i racconti, le sceneggiature per la tv… non so dirti il numero preciso. Va detto però che una sceneggiatura di Martin Mystère è lunga 154 pagine, mentre una per Topolino, ad esempio, ha una lunghezza media di 20… Sono tipologie di storia molto diverse tra loro.

 

La tua preferita?

 

Non saprei… mi viene da dire “l’ultima che ho scritto”: non mi affeziono mai a una storia, dato che in genere poi passo subito a un’altra, figlia della precedente per l’accresciuta esperienza accumulata e i nuovi spunti ed elementi assorbiti nel frattempo… Mi piace pensare che in ogni ultima storia consegnata ci sia sempre qualcosa di migliore rispetto alla precedente.

 

Parlaci di”Quetzalcoatl”. Come nasce e di cosa tratta?

 

Nasce da uno spunto proposto in redazione, a sfondo storico, come sempre accade nella serie di Martin Mystère: leggenda vuole che Hernan Cortés, all’arrivo nell’attuale Messico, fosse stato identificato dagli Aztechi con Quetzalcoatl, la divinità “serpente piumato” che, sempre secondo la leggenda, sarebbe tornato dal mare. E se questo scambio di identità – qui comincia lo spunto ideato per Martin Mystère – fosse avvenuto perché Cortés aveva con sé degli autentici draghi?

Da qui si è pensato di collegare la storia con altri due albi di MM usciti in precedenza, dedicati agli esseri impossibili, scritti da Stefano Vietti, storico sceneggiatore della Bonelli. Ho quindi fatto un lavoro anche di incastro, collegamento e coerenza narrativa con due storie precedenti non scritte da me. Ecco il link all’anteprima dell’albo sul sito della Bonelli: http://www.sergiobonelli.it/scheda/39545/Quetzalcoatl.html

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Tu scrivi indifferentemente soggetti per Dylan Dog e Martin Mystère ma se dovessi immedesimarti in uno dei due qual preferiresti?

 

Martin senza dubbio. Mi ci riconosco moltissimo. Bibliomane, amante della Storia, curioso, ci pensa su due o tre volte prima di buttarsi in un’avventura, ma quando decide poi vi si dedica con passione… Sono anche stato davanti a casa sua a New York, al n.3 di Washington Mews! In più è uno dei pochi personaggi dei fumetti a essere sposato, elemento che rende narrativamente interessante la gestione delle dinamiche di coppia con la moglie Diana. Certo, Martin ha una Ferrari e io no, ma nessuno è perfetto.

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Esce, come dicevamo anche in apertura, una storia di Dylan Dog abbinata alla Gazzetta dello Sport. Si tratta della ristampa di un albo tutta a colori. Anche questa ha la tua paternità, ce la vuoi raccontare in breve?

 

L’idea era quella di affrontare il tema della crisi e di mostrare Dylan Dog a contatto con un gruppo di homeless che chiede il suo aiuto. Naturalmente Dylan li aiuta in modo disinteressato. Tra i senzatetto la maggior parte sono vittime della crisi economica. Il personaggio di Dylan Dog è da sempre anche attento a tematiche sociali, legate all’attualità. Una delle cose interessanti è che questa storia è stata disegnata da Giancarlo Alessandrini, creatore grafico di Martin Mystère, con cui poi ho realizzato finora due storie di MM: “Protocollo Leviathan”, che ti ho citato, e un’altra che abbiamo appena concluso, basata su Agatha Christie.

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Nelle prossime settimane per accompagnare queste due uscite verranno allestite due mostre dove saranno esposti disegni e tavole di queste storie. Ci vuoi raccontare dove potremo vederle e come saranno strutturate?

 

Dal 18 gennaio al 20 febbraio circa vedremo Dylan Dog nel tunnel della biblioteca Berio, che ospita una delle sezioni dedicate al fumetto più vaste del nord Italia: saranno esposte tutte le 32 tavole a colori della storia “Il banco dei pegni”, che uscirà in edicola il 17 febbraio con La Gazzetta dello Sport. Al Castello D’Albertis – nell’ala dedicata alla sezione azteca, tra i reperti precolombiani – vedremo in contemporanea una selezione di tavole tratte dalla storia “Martin Mystère – Quetzalcoatl”, circa 30 su 154. Metterle tutte non sarebbe stato possibile! Al castello d’Albertis sono in programma anche incontri ed eventi legati alla mostra, che sveleremo a breve.

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Il fumetto che era considerato uno svago di serie C anche grazie a questi due personaggi ha assunto autorevolezza in Italia. Non solo per i disegni ma anche per la qualità delle storie… Forse anche, per non togliere nulla agli autori degli anni ’60 e ’70, grazie una crescita culturale complessiva di chi legge?

 

Non so… forse la crescita c’è stata, ma l’analfabetismo di ritorno cui si assiste in questi ultimi anni è preoccupante. Gente anche istruita – o meglio, che va a scuola – ma che non è in grado di comprendere i contenuti di un testo. Infatti la crisi dell’editoria c’è proprio perché c’è poco ricambio generazionale nei lettori. I fumetti Bonelli tengono banco perché si rivolgono a un pubblico più adulto; i fumetti per bambini o ragazzi sono in difficoltà da anni. A inizio anni Novanta Topolino vendeva un milione di copie, oggi deve competere con internet, videogiochi, offerta televisiva centuplicata. E poi in Italia il fumetto continua a essere considerato di serie B. Forse qualcosa sta cambiando proprio perché alcuni nuovi lettori stanno crescendo con Zerocalcare e Sio, non a caso fenomeni prima sul web che a livello editoriale. Ho sentito autorevoli giovani scrittori riferirsi di recente a una narrazione di tipo scadente come a “un fumetto”: questo pregiudizio è figlio di decenni di ghettizzazione culturale nel nostro Paese. In Francia, in Belgio o negli Stati Uniti le cose sono molto diverse. Pensa solo a come il fumetto abbia influenzato il cinema negli ultimi 25 anni.

 

Nasce il mestiere di sceneggiatore anche per i fumetti che a tutto tondo non ha nulla da invidiare a quello dei film. Nella tua scuola di scrittura “StudioStorie” sarà avviato un corso in tal senso, ci puoi anticipare qualcosa?

 

Il corso, “Tecniche di sceneggiatura: fumetto e cinema”, alla quarta edizione, affronta proprio questo confronto: scrittura cinematografica e scrittura per il fumetto sono sorelle, hanno praticamente tutto in comune. Conoscerle entrambe significa padroneggiare e saper gestire una qualsiasi forma di narrazione basata sull’immagine, compresi i videogiochi, in cui oggi la presenza di una trama è sempre più fondamentale. Non solo, saper scrivere una sceneggiatura è importante anche per chi voglia scrivere narrativa: aiuta intanto a essere sintetici, a rendersi conto degli spazi che, all’interno di una narrazione, è consigliabile occupare e di quelli che invece bisogna lasciare all’immaginazione di chi legge.

È un corso serale: tutti i mercoledì dalle 20.30 alle 22.30 a partire dal 27 gennaio per un totale di 12 incontri e 24 ore di corso. Qui la scheda dal sito di StudioStorie: http://www.studiostorie.com/?page_id=511

 

Dopo “Quetzalcoatl” hai altri progetti? Tu hai scritto anche libri e racconti…

Ho appena consegnato una sceneggiatura di Martin Mystère, quella su Agatha Christie di cui ti parlavo. Sto lavorando a un nuovo soggetto. Ho molti altri progetti in ballo, sia nel campo del fumetto, sia in quello della narrativa, ma faccio sempre un po’ di fatica a parlarne almeno finché rimangono in ambito progettuale. Facciamo così: appena ho qualcosa di concreto da anticipare ci risentiamo e ne parliamo, magari davanti a un buon cocktail…

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